I 5 sensi del cane, scopriamoli insieme e facciamo un confronto con quelli umani.

Come l’uomo anche il cane è dotato di 5 sensi: olfatto, udito, vista, tatto e gusto; scopriamone le particolarità per comprendere meglio come il nostro amico percepisce il mondo.

Innanzi tutto è bene evidenziare come ci siano delle differenze anche nell’utilizzo dei sensi: l’uomo cerca di mantene attivi e stimolare tutti e cinque i sensi simultaneamente per avere una percezione del mondo che lo circonda più completa possibile, nel cane invece i sensi vengono attivati uno alla volta a discapito degli altri quattro; questo modo di sfruttare i recettori è detto “one track mind” (mente a una traccia).

Volendo creare una classifica dei 5 sensi nel cane avremo al primo posto l’olfatto, al secondo posto l’udito, al terzo la vista, al quarto il tatto e per ultimo il gusto.

OLFATTO

Dei 5 sensi è quello più sviluppato e qui il cane ci batte alla grande. Possiede ben 220 milioni di recettori olfattivi e più di 150 cm quadri di mucosa olfattiva mentre l’uomo ha dai 5 ai 10 milioni  di recettori ed appena 4/8 cm quadrati di mucosa olfattiva. Nel cane anche le cellule celebrali nervose riservate a questo senso sono molte elevate, superando di 40 volte quelle presenti nell’uomo.

olfatto_uomo_cane

Già da questi primi dati possiamo capire quanto l’olfatto sia importante per il nostro amico a 4 zampe, mentre noi possiamo ricordare la sensazione di un odore, associandovi immagini visive e ricordi personali, lui ricorda talmente bene un odore che è in grado di discriminarlo in mezzo ad altri simili anche dopo 3 anni.

Ci sono inoltre altre curiosità che vale la pena approfondire. Le narici del cane sono mobili ed indipendenti l’una dall’altra, questa particolare caratteristica gli permette di captare le particelle odorose determinandone anche la direzione.

Le particelle odorose vengono incanalate attraverso le due canne nasali separate, (dette turbinati o etmoturbinati), fino a condensarsi e concentrarsi sulle membrane nasali che ricoprono l’etmoide, struttura lamellare ossea, all’interno dei seni nasali. E’ qui che le informazioni chimiche vengono convertite in stimoli elettrici che risalgono attraverso i nervi olfattori fino alla corteccia cerebrale e al sistema limbico, cioè l’area encefalica dove sono regolati i comportamenti sessuali, alimentari e di dipsici (del bere).

E’ da sottolineare inoltre che le capacità olfattive di un cane dipendono anche dalla razza di appartenenza (seppur il livello di percezione dell’odore rimanga comunque alto) che determina anche il modo in cui il cane utilizza l’olfatto.

Nelle razze brachicefale, ovvero in tutti quei cani che presentano un muso particolarmente schiacciato (Boxer, Carlino, Boston Terrier, Pechinese, Cavalier King Charles Spaniel, Shar-pei, bouledogue francese, Lhasa Apso, Shih Tzu, Dogue de Bordeaux, Bullmastiff) troviamo una sensibilità olfattiva ridotta rispetto ad altre razze caratterizzate invece da canne nasali molto più sviluppate. Qui l’intervento selettivo dell’uomo è ben evidente e approfondiremo in un altro articolo le problematiche legate a queste specifiche razze canine.

Per quanto riguarda invece l’utilizzo dell’olfatto abbiamo due categorie ben distinte, cani dal MEGAOLFATTO e cani dal TELEOLFATTO

  • CANI DAL MEGAOLFATTO

La ricerca olfattiva viene effettuata col naso costantemente a terra, per esaminare con grande perizia qualunque piccola traccia lasciata sul terreno. Le inalazioni che questi cani effettuano sono molto frequenti e brevi, quasi affrettate e mai invece col naso all’aria. Questo accade perché le particelle pesanti odorose della traccia sono generalmente presenti sul terreno in grandi quantità, per cui a questi cani basta aspirarne una piccola quota per riempire i seni nasali poco sviluppati che caratteristicamente presentano, accanto alla divergenza delle linee cranio facciali e al profilo montonino delle canne nasali. Inoltre la conformazione stessa del muso consente loro di guardare in avanti mentre tengono il tartufo a terra.

  • CANI DAL TELEOLFATTO

La ricerca olfattiva in questo caso è quasi telescopica e viene effettuata saggiando le molecole presenti nell’aria e non inalando particelle odorose presenti nel terreno, il cane è in grado di valutare la presenza e la posizione dello specifico odore da molto lontano aspirando dal vento e dall’aria le molecole che si trovano sospese in quantità infinitesimali attorno a lui.

Questo atteggiamento di ricerca necessita di cani la cui conformazione del cranio preveda seni frontali ampi e canne nasali dritte se non addirittura rivolte verso l’alto (come nel caso del Pointer) e gli assi cranio facciali saranno paralleli e convergenti.

Tutto ciò permette, a seguito di profonde e rarefatte inspirazioni dell’aria di incamerarne molta a livello dei seni nasali sviluppatissimi e incanalare una quota sufficiente di particelle che verranno poi concentrate e trasformate in stimoli elettrici. In questo modo il cane si addentra nel cono d’odore che diventerà sempre più ristretto e intenso all’approssimarsi dello stesso.

Queste razze si muovono rapidamente sul terreno o galoppano a testa alta, descrivendo cerchi fintanto che ritrovano la traccia eventualmente persa.

La miglior condizione, per i cani dal megaolfatto, si verifica quando la temperatura del terreno è lievemente superiore a quella dell’aria ed è favorita dal vento che arriva alle spalle del cane e dalle orecchie pendule e lunghissime che in questi cani caratteristicamente sono state selezionate per convogliare gli odori “importanti” al naso e non permettere che si mescolino con quelli portati dal vento. Nel teleolfatto invece si risente di una grande quantità di variabili che influenzano le emanazioni olfattive quali il vento, la pressione atmosferica e in generale le condizioni climatiche che possono far atterrare le particelle; la ricerca è favorita se il vento soffia frontalmente al cane.

Questo ci porta ad una conclusione, il cane è un animale macrosmatico ovvero percepisce e rappresenta il mondo che lo circonda attraverso gli odori, per lui possiamo parlare sicuramente di una vera e propria memoria olfattiva la quale, come per noi la vista, gli fa ricordare un soggetto o una cosa più per l’odore che emana che per la sua apparenza o forma.

UDITO

Al secondo posto della classifica dei sensi del cane abbiamo l’udito, anche in questo caso l’uomo perde il confronto. Il nostro amico infatti ci supera sia per distanza che per frequenza nel percepire i suoni arrivando a sentire ad una distanza quattro volte superiore alla nostra e percependo una gamma di frequenze che va da 40 hertz a 46 mila hertz (ultrasuoni); mentre noi riusciamo ad udire suoni da 16 hertz a 20 mila hertz; ecco perché a volte vediamo il nostro cane che tende le orecchie mentre noi non abbiamo sentito nulla.

Il cane possiede inoltre orecchie mobili che gli permettono di comprendere meglio la direzione di provenienza del suono. Anche qui la razza gioca un ruolo importante: la forma e l’ampiezza delle orecchie rendono un cane più o meno sensibile al suono. Molti cani da caccia sono stati selezionati con orecchie flosce proprio per limitare la distrazione proveniente da suoni lontani e per aiutarli a concentrarsi sull’olfatto e su prede più vicine.

VISTA

In questo campo l’uomo e il cane se la giocano, in alcuni aspetti primeggiamo noi ed in altri il nostro 4 zampe; cerchiamo di vederci chiaro.

L’uomo ha una maggiore risoluzione visiva, la nostra vista è in grado infatti di percepire maggiori dettagli rispetto a quella del cane, se mettiamo ad esempio su un foglio due puntini vicini, lui li “fonde” in un unico punto. Anche la nostra capacità di distinguere i colori è nettamente superiore: noi vediamo uno spettro di colori molto più ampio mentre il cane distingue solo il giallo e il blu e le sfumature di questi.

confronto vista-uomo-cane

Curiosità: I cani da guida per ciechi, in realtà non distinguono il rosso e il verde dei semafori, ma imparano che quando si accende la luce superiore (rosso) devono star fermi, e quando si accende quella inferiore (verde) possono passare. Se capovolgessimo il semaforo, provocheremmo una brutta serie di incidenti!

La vista del cane è sensibile al movimento: questo accade in molte specie predatorie, ed è il motivo per il quale molte prede cercano di nascondersi dal predatore semplicemente stando ferme. Se una persona si muove, i cani sono in grado di vederla anche a due chilometri di distanza; ma se è ferma, difficilmente la individuano anche se è a poche centinaia di metri.

Noi vediamo molto bene gli oggetti che ci sono vicini, mentre il cane non riesce a mettere a fuoco oggetti a meno di 50 centimetri di distanza dai suoi occhi.

Ci sono differenze anche sulla frequenza di lavoro della vista, se prendiamo in esame ad esempio un filmato televisivo che non è altro che una rapida successione di fotogrammi (alla frequenza di 60 hertz) il nostro occhio “fonde” la sequenza di immagini, così da farcele percepire non come singole ma come un movimento fluido. Nel cane gli occhi invece funzionano su frequenze diverse (70-80 hertz), quindi quando guardano la televisione vedono in realtà un susseguirsi di immagini statiche, come se guardassero delle diapositive.

Veniamo ora ai punti di forza della vista canina: il campo visivo del cane, cioè l’ampiezza del suo sguardo, è superiore al nostro (a discapito della visione binoculare): noi arriviamo a circa 180 gradi, lui fino a 270. L’ampiezza visiva è maggiore nelle razze a muso lungo, come i levrieri, che sono i campioni canini della visione panoramica: i loro occhi posti praticamente a lato della testa gli permettono di avere un campo visivo molto più ampio dei cani a muso schiacciato, che hanno invece gli occhi posti più frontalmente.

campo visivo uomo cane

Un altro aspetto nel quale veniamo sonoramente battuti è la visione notturna: pur non arrivando ai livelli del gatto, il cane è in grado di vedere in condizioni di luminosità scarsissima grazie alla maggior presenza di bastoncelli rispetto ai coni (i primi sono deputati alla visione in bianco e nero, i secondi a quella a colori) e anche grazie ad una struttura presente sulla retina detta “tappeto lucido”, una sorta di specchietto intraoculare che serve ad utilizzare meglio la poca luce disponibile.

TATTO

Il penultimo dei 5 sensi in ordine di importanza per il cane è il tatto. Attraverso i peli del mento e le cellule nervose ad essi collegate il cane riesce a definire la forma di un oggetto. I peli, e specialmente le vibrisse, sono delle vere e proprie propaggini del suo sistema tattile. Il tatto riveste un importanza particolare alla nascita in quanto i cuccioli nascono sordi e ciechi e nei primi giorni di vita si orientano attraverso la percezione del calore materno.

GUSTO

E’ il senso meno sviluppato ecco perché la maggior parte dei cani ingurgita letteralmente il cibo. Su questo fronte vinciamo noi, abbiamo novemila papille gustative mentre il cane ne ha solo millesettecento. Questo è dovuto al fatto che noi in natura ci nutriamo di una gamma più ampia di sostanze rispetto al cane. Al cane il gusto serve a poco: lo scopo che riveste è far capire se un cibo è buono oppure no, e il cane grazie al suo olfatto sviluppatissimo conosce già quest’informazione prima di introdurre il cibo in bocca.

Ora che sappiamo come funzionano i sensi del nostro cane possiamo meglio comprendere alcuni sui atteggiamenti e sfruttare queste conoscenze per rafforzare il nostro rapporto con lui… in che modo? lo vedremo in un prossimo articolo.